Comunicato del PCRF sugli sviluppi in Niger

Dichiarazione del Partito Comunista Rivoluzionario di Francia (PCRF) sugli sviluppi in Niger, dove lo scorso 26 luglio il presidente “filo-occidentale” Bazoum del Partito Nigerino per la Democrazia e il Socialismo (di matrice socialdemocratica) “vincitore” delle elezioni nel 2021, è stato deposto con un colpo di stato militare condotto dalla Guardia presidenziale agli ordini del generale Tchiani e da settori dell’esercito nigerino, ricevendo il sostegno delle giunte golpiste del Mali e del Burkina Faso.

Il colonnello maggiore Amadou Abdramane, ufficiale dell’aeronautica nigerina, legge una dichiarazione alla tv nazionale, in cui annuncia la deposizione del presidente Bazoum da parte delle forze di difesa e sicurezza e l’istituzione di un Comitato nazionale per la salvaguardia della patria (CNSP) di cui è portavoce, mentre il generale Tchiani (capo della Guardia presidenziale dal 2011) assume il ruolo di presidente. Tra le prime azioni la revoca degli accordi militari con la Francia.

Si tratta infatti dell’ennesimo golpe in sequenza che avviene nella strategica e ricca di risorse regione del Sahel che è sempre di più un importante tassello del grande puzzle della competizione interimperialista per la ripartizione delle zone d’influenza, delle ricchezze minerarie, delle rotte commerciali, delle quote di mercato, di manodopera, terre e snodi geopolitici. I popoli di questa regione, giustamente, aspirano alla propria emancipazione dall’oppressione, principalmente, dell’imperialismo francese che continua ad esercitare la sua onnipresente influenza sulle sue ex colonie, in un quadro che sta mutando con la penetrazione di altre potenze capitalistiche concorrenti in disputa con l’obiettivo di scalzarlo ed espandere i propri interessi e influenza. Ricordiamo che in Niger, oltre i militari francesi, sono presenti anche quelli italiani (circa 400, da segnalare come gli ultimi governi italiani stiano cercando di rafforzare le ambizioni dell’imperialismo italiano in questa regione) e tedeschi, nonché una grande base USA dedicata all’utilizzo dei droni.

Un manifestante con un cartello in cui chiede la partenza di tutte le truppe straniere dal Niger

Comunicato del PCRF sulla situazione in Niger e questioni in gioco

Il 26 luglio a Niamey, in Niger, il presidente Mohamed Bazoum è stato rovesciato dall’ex capo della guardia presidenziale, Abdourahamane Tchiani, con l’aiuto di una parte dell’esercito nigerino e il sostegno attivo di un’ampia parte delle masse nigerine, come dimostrato dalle migliaia di manifestanti che si sono riuniti davanti all’ambasciata francese domenica 30 luglio.

Questo è il terzo colpo di Stato nel Sahel dal 2020 e ha sempre la stessa giustificazione politica e la stessa ragione di un reale sostegno popolare, anche se, per il PCRF, la presa del potere da parte dell’esercito non costituisce affatto un rovesciamento rivoluzionario dello Stato borghese a favore del popolo nigerino: il fallimento assoluto dello Stato francese, che è in prima linea militarmente nel Sahel. Il Mali e il Burkina Faso sono stati i primi Paesi desiderosi di emanciparsi da una presenza militare il cui ruolo è diventato sempre più chiaro alle masse popolari del Sahel: preservare gli interessi dell’imperialismo francese nel Sahel, piuttosto che porre fine alla jihad.

L’intero apparato degli imperialisti dell’Unione Europea è quindi entrato in azione a sostegno dello Stato francese, che ha subito la terza grande sconfitta nella sua storica zona di influenza. La Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale (Ecowas) ha posto un ultimatum ai golpisti per reintegrare Mohamed Bazoum, pena il blocco di tutte le transazioni commerciali, e non ha escluso l’uso della forza. I capi dello stato-maggiore dell’organizzazione si riuniranno ad Abuja fino a venerdì, due giorni prima della scadenza dell’ultimatum. In linea con il blocco economico deciso domenica, la Nigeria ha interrotto la fornitura di elettricità al Niger, che dipende per il 70% dall’energia del vicino. Germania, Francia e Unione Europea hanno seguito l’esempio, bloccando per il momento tutti i flussi monetari e le esportazioni verso il Niger, mentre Emmanuel Macron ha convocato un consiglio di difesa straordinario. Anche Biden ha chiesto il rilascio del presidente legittimo e della sua famiglia, essendo il secondo Paese più attivo in Niger con oltre 1.000 soldati sul terreno (la Francia ne ha 1.500). La Banca Mondiale ha annunciato la sospensione dei pagamenti “per tutte le sue operazioni fino a nuovo avviso”.

Perché la classe lavoratrice e i settori popolari che vivono all’interno dello Stato francese non hanno interesse a sostenere queste misure e perché è necessario fare blocco contro di esse?

Sotto il mantello della democrazia, la borghesia francese è in realtà una potenza imperialista aggressiva e rapace nel Sahel. L’operazione Barkhane, ufficialmente conclusa, ha lasciato il posto a una presenza militare di migliaia di uomini, soprattutto in Ciad e in Niger, in un quadro giuridico inesistente. Attualmente si gioca ancora una lotta per recuperare una zona d’influenza essenziale per le sue risorse minerarie, come la bauxite, il rame e lo zinco; ricordiamo che il Niger possiede importantissime risorse di uranio per la Francia, a cui non vuole rinunciare, soprattutto in un momento in cui nel Sahel infuriano le contraddizioni interimperialiste con lo Stato russo. Il Niger rappresenta attualmente il 5% della produzione mondiale e il 15% delle forniture francesi. Il gruppo francese ORANO (ex Areva) continua a gestire la miniera di uranio di Somaïr, 800 chilometri a nord di Niamey, la capitale, con circa 900 dipendenti, quasi tutti nigerini, e 1.200 subappaltatori. Il monopolio francese ORANO, al 90% di proprietà dello Stato borghese, è presente in Niger da oltre 50 anni attraverso tre filiali di diritto nigerino, corrispondenti a tre siti minerari dedicati all’estrazione dell’uranio, il minerale che alimenta i reattori nucleari. Si tratta della Compagnie des mines d’Akokan (Cominak), della Société des mines de l’Aïr (Somaïr) e di Imouraren. Tutti sono co-proprietari dello Stato nigerino e si trovano nel deserto del nord-ovest del Paese, vicino alla città di Arlit. La produzione del sito di Imouraren non è ancora iniziata. Questo sito è spesso presentato come la “miniera del secolo”, con riserve stimate in quasi 200.000 tonnellate di uranio…

La controriforma delle pensioni e la costante fascistizzazione dell’apparato dello Stato francese nella metropoli sono sostanzialmente legate a una situazione internazionale in cui la borghesia francese diventa sempre più aggressiva per difendere, rafforzare ed estendere le proprie zone d’influenza, come testimoniano monopoli come Vivendi e Total, ben noti alle masse popolari di tutto il Sahel per le loro esportazioni di infrastrutture, il loro saccheggio delle risorse naturali e le loro manipolazioni politiche al fine di accaparrarsi settori della borghesia nazionale.

Il Partito Comunista Rivoluzionario di Francia (PCRF) è un partito marxista-leninista fondato nel 2016, membro della Iniziativa Comunista Europa. Proviene dall’esperienza dell’Unione Rivoluzionaria Comunisti Francesi (URCF), organizzazione nata nel 2004 dopo la scissione dal PCF opportunista di cui dal 1991 costituivano una frazione m-l interna. Il suo storico leader, Maurice Cukierman, è morto nel 2020.

Parallelamente all’aumento dell’aggressione all’estero, lo Stato del capitale necessita di aumentare lo sfruttamento e la repressione all’interno.

Non c’è alcuna netta separazione tra le lotte dei lavoratori e delle lavoratrici francesi per le loro pensioni e contro la violenza della polizia e la lotta dei settori popolari del Niger per il loro diritto all’autodeterminazione a tutti i livelli.

Si pone al momento la seguente questione strategica: le ricchezze del sottosuolo nigerino continueranno ad essere sfruttate dalle imprese monopolistiche francesi o da altri monopoli imperialisti?

Il popolo lavoratore del Niger deve liberarsi del capitalismo. Potranno anche fare la loro esperienza che, sostituendo un imperialismo con un altro, nessun problema nella vita del popolo nigerino sarà risolto. Il PCRF chiede il rispetto della sovranità nazionale e popolare del Niger. L’esito del processo in corso in questo Stato africano dipenderà dal livello di direzione politica assunto dalla classe operaia e dalle masse verso un antimperialismo popolare per il socialismo.

03.08.2023

Originale in francese: https://pcrf-ic.fr/Niger-Communique-du-PCRF

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